Il mio primo contatto con la sala operatoria è il timore di svenire, vedo bambini, donne e uomini di tutte le età che scorrono uno dopo l’altro sui due lettini con chirurghi, dottori, anestesista e infermieri di Cute Project sempre all’opera.
Qui un piccolo intervento chirurgico può cambiare la vita di una persona: dita che tornano a riprendere vita, un braccio che si può nuovamente piegare, il sorriso di un bambino che torna a esprimersi in tutta la sua bellezza, la riconoscenza di Juliette sfigurata dall’acido di un “amico”, l’impossibilità, la frustrazione e la sensazione d’impotenza dei medici di fronte a casi irrimediabili.
Quando entri nei reparti per la prima volta vorresti scappare, è un pugno nello stomaco. Sei assalito da odori acri, visioni che non vorresti vedere ma che non riuscirai più a dimenticare. Incontri sguardi che ti scrutano con la diffidenza di chi ha visto passare nel tempo l’uomo bianco che porta via e nulla lascia, ma poi con un sorriso li conquisti e allora vorresti abbracciare quei due bambini che stanno nello stesso letto da chissà quanto tempo. Vorresti poter dare una risposta esauriente a chi ti scambia per un medico. Vorresti che i dottori con i loro “poteri magici” guarissero le ustioni in tutto il corpo di Rachel…allora il tuo disagio e il desiderio di fuggire scompaiono, non sei più nel reparto di un ospedale ugandese, ti senti semplicemente e umanamente con loro.
Gente di Fort Portal
L’Africa non è solo miseria, disagio, fame e richieste d’aiuto, l’Africa è anche un paese che cresce, composto da una gioventù con una vitalità invidiabile e tanta voglia di mostrare al mondo le proprie qualità, con una società artistica in fermento che attinge dalla storia e dalla tradizione locale ma con un occhio all’occidente, per poi tradursi in un melting pot di energia e rinnovata cultura espressiva.
Da tutto questo è nato il progetto fotografico costituito da una serie di ritratti ad alcuni personaggi di Fort Portal, per mostrare un piccolo spaccato del tessuto sociale esistente: chirurgo, giornalista, suora/pediatra, agricoltore, scultore, chitarrista, musicista, poeta, ballerina, pittore, percussionista, assistente hotel, infermiera, editore e danzatore tradizionale.